L’ex deposito di piazza Bainsizza ai privati, il municipio non ci sta e promette battaglia
La perdita dell’ex rimessa fa infuriare il municipio I. Assessore Labbucci: “D’accordo con i comitati che suggeriscono di attivare un diritto di prelazione”
L’ex deposito di piazza Bainsizza è andato ad un privato. Una società legata alla fondazione Memmo, com’è stato confermato da fonti interne al Campidoglio, ha vinto l’asta a cui aveva partecipato Roma Capitale. Il comune non è però riuscito ad aggiudicarsene la vendita, che sarebbe stata funzionale all’utilizzo del bene come deposito per i mezzi elettrici del progetto Full Green. Una sconfitta amara per l’assessore del municipio I alla mobilità Adriano Labbucci.
Assessore Labbucci è rimasto sorpreso dal fatto che l’asta sia stata vinta da un privato?
E’ stato un fulmine a ciel sereno. Non me l’aspettavo, lo ammetto. Anche se la decisione di fare l’asta con quella modalità è stata un po’ curiosa. Il pubblico ha infatti reso palese la propria offerta, dichiarandola anticipatamente. E questo certamente è stato un vantaggio per il competitor privato. Quindi, ammesso che l’asta fosse necessaria, è stata totalmente negativa la procedura impostata dall’amministrazione Raggi. Negativa per le conseguenze che avrà per la città.
Sul piano della mobilità, quanto ritiene che fosse importante disporre di quel bene?
Ritengo fosse molto importante, tant’è vero che era una delle priorità del PUMS, il piano urbano della mobilità sostenibile che proprio in questi giorni i municipi stanno votando. Permetteva di avere un deposito per i mezzi elettrici in un quadrante esteso, che va da viale Mazzini a Trionfale e che include tutta la zona nord della capitale, comprendendo anche il XIV ed il XV municipio. Non ci sono altri depositi in grado di ricaricare i bus elettrici in quella zona della città.
Al di là della procedura seguita, che non la trova d’accordo, cosa pensa invece del fatto che quel deposito sia stato inserito nel concordato preventivo di Atac?
Sarebbe stato opportuno non inserire delle strutture così importanti, come gli ex depositi, nel concordato preventivo. Per risanare l’azienda, penso fosse abbastanza scontata la richiesta di vendita dei suoi gioielli. Ma bisognava impedirla, era necessario fare una scelta diversa, preservandoli.
Invece è stato ceduto per una somma tutto sommato contenuta, vicina ai centomila euro.
L’hai perso per nulla, dopo decenni di mobilitazioni dei cittadini. Era uno spazio importante per tante ragioni per la presenza di un servizio molto apprezzato del dipartimento di salute mentale. E per le finalità che, sul piano della mobilità sostenibile, poteva assolvere.
Non c’è più niente da fare?
Ci sono dei comitati che, in queste ore, stanno ricordato che il bene è soggetto a vincoli e che quindi il Mibact potrebbe fare una richiesta di prelazione. Che fosse sottoposto alla tutela prevista del decreto ministeriale 139/2013 lo aveva sottolineato anche il municipio, durante la precedente consiliatura. Lo so perché fui io a presentare in aula , da consigliere, uno specifico atto. Quella del Mibact è un’ipotesi che si può seguire.
In questi anni abbiamo visto che gli ex depositi, penso a Ragusa off ma anche a san Paolo district, sono stati utilizzati per finalità commerciali e culturali. Quindi diverse da quelle per cui erano stati originariamente concepiti. Perché dunque non pootrebbe essere questa anche la destinazione della rimessa di piazza Bainsizza?
Nell’ultimo anno e mezzo è emersa l’esigenza, prevista nel PUMS, di usare quel deposito per la mobilità sostenibile. Ma non è detto che questa funzione precluda la possibilità che al suo interno vi siano realizzate delle attività di carattere culturale. I cittadini ed il municipio non hanno mai voluto che diventasse un centro commerciale, ma credo che non ci siano preclusioni rispetto all’eventuale organizzazione di mostre, servizi per il territorio ed attività culturali.
Dipende però da quello che vorrà farne la proprietà, a questo punto. Sempre se non dovesse prendere piede l’ipotesi di un intervento del Mibact. L’amministrazione dovrebbe provare a dialogare con la proprietà.
Ed il ruolo del municipio, ora, quale sarà?
La vicenda a questo punto è in capo al comune ed io penso che Roma Capitale debba provare a svolgere un ruolo attivo. Il municipio si è sempre espresso in questi anni, affinchè vi venisse preservato il servizio del dipartimento di salute mentale, insieme ad attività di carattere socio culturale. Ma ora, fermo restando che mi aspetto delle iniziative anche a livello di consiglio municipale, ritegno debba muoversi il comune.