Friedkin si presenta: “Qui per vincere. Ecco il nostro progetto”
Dan Friedkin e suo figlio Ryan, i nuovi proprietari della Roma, si fanno sentire. Il nuovo gruppo americano che ha comprato la società di Trigoria è stato chiaro: “Non siamo qui per fare business, ma per vincere”. In una intervista al sito ufficiale del club i due hanno parlato di ambizioni e strategie.
“Il potenziale è incredibile. – ha detto Dan Friedkin – Questa è già una delle più grandi squadre di calcio del mondo, che gioca nella città forse più iconica al mondo. Abbiamo i tifosi, la passione, la storia e l’ambizione: se vinciamo in campo e agiamo nel modo giusto, possiamo dare visibilità all’AS Roma di fronte a milioni di persone, a Roma e in tutto il mondo”.
Se è corretto dire che per noi non si tratta solo di un altro business, il manager è chiaro: “Assolutamente sì. Sebbene gestiremo il Club con la professionalità, il rigore e la dedizione di qualsiasi nostra attività, questa è prima di tutto una passione: per la città, per la squadra, per la gente che le circonda, e per il calcio”.
“Crediamo molto nella stabilità e nella cultura aziendale. Preferiamo far sentire la nostra presenza piuttosto che parlare e per questo motivo abbiamo incaricato la nostra dirigenza, in particolare Guido Fienga, di gestire la maggior parte delle comunicazioni per conto del club. Crediamo che una cultura vincente debba partire dall’alto e intendiamo dare l’esempio”, ha poi aggiunto Friedkin.
Ryan, il figlio, che dovrebbe ricoprire la carica di presidente, ha quindi aggiunto: “Credo che la Roma sia un po’ come un gigante addormentato e non c’è motivo per cui, col tempo, questo Club non possa competere seriamente per dei trofei a tutti i livelli. Con i tifosi e con la città alle nostre spalle, tutto è possibile alla Roma. Questo Club è davvero speciale”, le sue prime parole.
In tema di campioni, i Friedkin a precisa domanda sul mercato vanno con i piedi di piombo: “Comprendiamo perfettamente che i tifosi e i media siano all’incessante ricerca di notizie su ciò che sta accadendo, è normale nel mondo del calcio, ma il nostro modo di lavorare è diverso. È più importante lavorare che parlare. Quando il club avrà qualcosa di concreto da dire, che si tratti di un nuovo acquisto, di un nuovo incarico o altro, allora si farà sentire”.