Fa tutto la Roma, poi Falcone alza il muro: pari a Lecce. Mou raggiunto dal Milan
Pugliesi avanti dopo 7’ con autorete di Ibanez, pari di Dybala su rigore al 17’. Il portiere nega tre volte il vantaggio ad Abraham.
Il Lecce ha qualcosa da dire non solo nella lotta salvezza, ma anche in quella Champions. Dopo aver fermato il Milan, infatti, si sdebita con i rossoneri stoppando anche la Roma, che viene appunto agganciata dalla squadra di Pioli al terzo posto. Tutto questo al termine di una partita di rara bruttezza tecnica, che si conclude con un 1-1 santificato dall’autorete di Ibanez – che devia un colpo di testa di Baschirotto – e un rigore di Dybala. Per i giallorossi l’unica buona notizia è il rientro in campo di Wijnaldum, a quasi sei mesi dalla frattura del perone occorsagli ad agosto in allenamento. Quello che deve preoccupare Mou, però, è che alla fine il risultato è giusto, perché il Lecce dal monte ingaggi di 16 milioni lordi complessivi – non sfigura contro una corazzata che costa quasi dieci volte di più.
BOTTA E RISPOSTA
La squadra di Mourinho si schiera nel modo atteso, cioè con Zalewski spostato a destra ed El Shaarawy piazzato a sinistra, per tirare su il baricentro della squadra, allargare la difesa e fare spazio alle incursioni di Dybala e Pellegrini, alle spalle di Abraham. Per il resto, Cristante piazza i tacchetti in mediana, mentre Matic si abbassa in mezzo a Smalling e Ibanez per far patire l’azione dal basso (ma succede in dosi omeopatiche), con Mancini che pencola verso destra per incrociare Di Francesco. Gli uomini di Baroni invece, avendo il cannoniere Strefezza ben controllato, provano a cercare il lato debole spesso sulla sinistra, mentre Hjulmand si sdoppia in appoggio e in copertura alla retroguardia, in cui spiccano Umtiti e Baschirotto. Se la Roma è la squadra percentualmente più forte sulle palle inattive e il Lecce quella che le soffre di più, l’inerzia all’inizio si rovescia. Basta che un tiro di Gallo al 6’ impegni Rui Patricio in una deviazione in angolo, che dal corner successivo Strefezza trovi il colpo di testa di Baschirotto in anticipo su Smalling; la palla però viene deviata da Ibanez e i salentini vanno in vantaggio: è il 7’.
I capitolini reagiscono subito, e se Mancini, a sua volta di testa, al 10’ non trova la porta, al 15’ è una incursione di El Shaarawy a costringere Falcone alla grande deviazione in angolo. Anche qui, proprio da corner di Pellegrini, un fallo di mano di Strefezza porta Dybala sul dischetto del rigore, con la Joya che non sbaglia: al 17’ la partita è in parità. Da questo momento si entra in un momento di pochezza tecnica nelle giocate, da entrambe le parti, da far arrossire. Non sorprende che si debba attendere il declinare del primo tempo per tornare a vedere i portieri impegnati. Al 37’ è Colombo a costringere Rui Patricio alla parata, ma è il suo collega Falcone che deve superarsi due volte su Abraham (42’ e 47’), negando alla squadra di Mourinho la rete del vantaggio. Di questa prima frazione non resta che segnalare due cose: il solito nervosismo eccessivo degli uomini dello Special One in panchina e una gradinata di petardi lanciati dalla curva salentina, pronta ad alzare gli striscioni: “Liberi di viaggiare, liberi di scontrarsi”. Senza parole.
TORNA WIJNALDUM
La ripresa comincia in modo vivace, con un botta e risposta a distanza fra Di Francesco (2’) e Abraham (5’) che impegna i due portieri, anche se a superarsi è ancora una volta Falcone. All’8’, poi, è Pellegrini che su punizione non va lontano dal palo sinistro del Lecce. Il match comincia a diventare una altimetria emotiva, con scarsa cifra tecnica e troppo nervosismo. Solo al 21’, in una ripartenza, Pellegrini di sinistro dal limite da buona posizione non riesce a trovare al porta. Barone manda sotto la doccia Gonzalez e Colombo per Askildsen e Person. Subito dopo è Zalewski a prendere la vetrina, con una accelerazione fino al portiere avversario, un attimo prima che Banda sostituisca uno spento Strefezza e Pezzella rilevi Gallo. Nel finale Mourinho lancia l’artiglieria pesante, con il ritrovato Wijnaldum – ovviamente a corto di condizione – e Belotti, togliendo Matic e Abraham. Da fuori area, però, al 40’ è Banda tentare una conclusione che finisce alta. Sui titoli di coda entra anche Solbakken per Pellegrini, mentre Barone inserisce Oudin per Di Francesco. Al 45’ è proprio il tecnico dei padroni di casa a protestare per un presunto rigore su Banda, ma il nervosismo alle stelle quando subito dopo Hjulmand commette un brutto fallo a metà campo su Dybala. Ma è l’ultima emozione di una partita modesta, in cui la Roma sorprende per pochezza. E se c’è un giallorosso che alla fine non stinge, è quello del Lecce.