Colpo Atalanta, il 18enne Scalvini stende la Roma e manda la Dea in vetta
Senza Dybala, out nel riscaldamento, i giallorossi si fanno sorprendere da un gol del difensore nel primo tempo: nella ripresa espulso Mourinho per eccessive proteste verso l’arbitro Chiffi.
Si respira aria buona lassù in alto. Ma forse, un po’ a sorpresa, a goderne è la sempre più capolista Atalanta, che gela l’entusiasmo dei sessantamila dell’Olimpico La Roma di José Mourinho, infatti, cade in casa per la prima volta nella stagione, a causa di uno 0-1, santificato dalla rete di Scalvini nel primo tempo. Diciamo la verità, per le occasioni create i giallorossi avrebbero meritato il pareggio, ma hanno sciupato troppo sotto porta, e nel calcio chi sbaglia paga.
Nel riscaldamento Mourinho perde Dybala per un problema al flessore e questo lo costringe a rilanciare Matic, che nel foglio di distinta era in panchina. Al solito, Pellegrini avanza sulle zolle della trequarti accanto a Zaniolo e dietro ad Abraham. Insomma, i soliti noti, con Celik al posto dell’infortunato Karsdorp. Gasperini, invece, miscela le sue tante scelte, piazzando De Roon in difesa, Hateboer e Maehele, con Scalvini in mediana a fianco a Koopmeiners, mentre Pasalic e Ederson sono in appoggio di Hojlund. Subito dopo un colpo di testa alto di Smalling al 2’, a causa di uno scontro con Demiral esce per infortunio Musso – trauma cranico con ricovero all’ospedale Gemelli – che rilancia Sportiello, all’esordio stagionale. Per mezz’ora, però, la partita è solo spigolosa e con tanti errori. I giallorossi hanno il baricentro più alto, ma quando tocca ai bergamaschi fare pressioni alte, entrambe le squadre hanno praterie dietro i difensori di cui non approfittano. Le vere ostilità, insomma, le apre Cristante al 29’, con un tiro dal limite fuori di poco, seguito dal 32’ da una conclusione simile di Ibanez controllata da Sportiello. Ma l’Atalanta è pronta alla rasoiata, perché al 35’ Scalvini, ben servito da Hojlund ai sedici metri, piazza un destro a fil di palo che sblocca il match. La reazione della Roma però è furiosa, tant’è che nel giro di quattro minuti sfiora il gol tre volte. Al 42’ Abraham, lanciato da Pellegrini solo davanti al portiere, mette incredibilmente a lato. Pochi secondi più tardi il varco giusto lo trova Ibanez che, a tu per tu con Sportiello, gli tira addosso. Non basta, perché al 45’ ancora Abraham, servito da Matic a pochi passi dalla porta, conclude sul portiere.
Nella ripresa Gasperini fa uscire i due protagonisti del gol (Hojlund e Scalvini) per inserire Muriel e Okoli, riportando De Roon in mediana, ma il segno della partita diventa subito la corrida. Al 10’ Zaniolo reclama per un presunto rigore per fallo di Okoli. L’ambiente si fa bollente e così al 12’, quando Hateboer parte a palla ferma verso la porta della Roma, Mournho perde la testa ed entra in campo dicendone quattro all’olandese che risponde. Il “rosso” è inevitabile e lo Special One fa una scena in stile Pozzecco, c.t. del basket azzurro. Al 16’, comunque, tocca ad Abraham evitare la beffa, perché una conclusione di Pasalic deviata da Celik viene salvata del centravanti sulla linea. Il gioco si spezzetta, le squadre si allungano, però le occasioni vere incredibilmente scemano. Un colpo di testa di Ibanez e un tiro debole di Pellegrini sono il prodotto giallorosso, imitato da una sventagliata di Muriel. Intanto i giallorossi inseriscono prima Belotti, poi Zalewski e Shomurodov, passando anche alla difesa a quattro, ma arriva solo un tiro di Abraham dal limite parato da Sportiello e una conclusione alta di Zaniolo. E se i bergamaschi alla fine, abbassando il baricentro, provano a gelare il pallone negli spazi, l’ultima occasione è giallorossa, con Celik che al 42’ crossa a beneficio di Shomurodov, il cui colpo di testa a botta sicura finisce al lato. Il resto è solo nervosismo e poco, più, con i nerazzurri che chiudono con sette ammoniti. Ma per stare in testa alla classifica ne valeva la pena