ALTAROMA, AVAMPOSTO TALENTI EMERGENTI DEL MADE IN ITALY
La capitale riposizionata come incubatore dei giovani e della moda indipendente
Altaroma, che ha chiuso dopo tre giorni di eventi con un bilancio positivo, ha concluso il suo lungo percorso per ritrovare la sua anima, riposizionando Roma dopo anni e affidandole definitivamente il ruolo di “incubatore” dei talenti emergenti della moda e del design. Tra l’altro nell’equilibrio di un paese con ben tre città della moda, con Milano per il pret a porter e Firenze con i saloni di Pitti.
“Il Cinema non è mai stato così vero. La Moda non è mai stata così vicina” commenta Adriano Franchi, direttore generale di Altaroma, alla chiusura del calendario di sfilate che sono svolte negli studi di Cinecittà. E’ stata questa un’edizione completamente digitale, trasmessa in live streaming e compressa in tre giorni, che ha registrato per la prima volta l’assenza totale del pubblico in presenza, ma un’affluenza online superiore all’edizione settembrina, che aveva lanciato il primo esperimento in digitale.
Altaroma, la società consortile di cui sono soci la Camera di Commercio di Roma, Regione Lazio, Risorse per Roma, Città metropolitana di Roma Capitale, realizzata grazie al supporto dei soci e al sostegno di Ice Agenzia, del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è ormai guardata come l’avamposto della moda indipendente e dei talenti emergenti del made in Italy. E non solo visto che cominciano ad affacciarsi anche nuovi talenti dall’estero come il francese Alexandre Blanc.
Ecco alcuni numeri di questa manifestazione: 97 i brand/designer partecipanti agli eventi in calendario; 156 tra buyer, showroom e concept-store accreditati sulla piattaforma digitale, di cui 98 stranieri; 190 giornalisti accreditati tra estero e Italia; 30 eventi in piattaforma; 20 studenti dei final work di scuole e accademie; 18 eventi in live streaming; 14 sfilate. Oltre 50.000 utenti che hanno seguito online la manifestazione.
L’impegno con il territorio, con gli artigiani e la manifattura tradizionale si concretizza con Showcase, uno dei progetti che attrae maggiormente l’interesse degli addetti ai lavori, che giunge alla settima edizione e diventa un punto di riferimento della manifestazione, con 77 designer, impegnati in una vetrina virtuale aperta sul mondo, e che conta su oltre il 60% di marchi sostenibili. “Siamo molto soddisfatti di questa edizione digitale – conclude Franchi – per due motivi: per essere riusciti a dare continuità a gran parte del tradizionale impianto progettuale, e per la crescita notevole delle presenze in piattaforma, soprattutto di buyer stranieri grazie al grande lavoro fatto con Ice Agenzia. L’emergenza sanitaria ha contribuito a velocizzare alcuni processi, tra cui l’attenzione e la consapevolezza verso un’etica e una sostenibilità della moda, cui per definizione i giovani hanno da sempre avuto un’attenzione particolare, che oggi arriva a rappresentare una gran parte dei brand partecipanti”.