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Alla Lipu il passerotto sopravvissuto: “È il numero 1 del 2021, il primo ricovero dell’anno”

Il primo ricoverato al Centro di recupero fauna selvatica della Lipu di Roma è uno storno sopravvissuto alla moria della notte di Capodanno, quando in migliaia si sono sollevati contemporaneamente e in maniera disordinata dall’albero-“dormitorio” attorno a Termini e, spaventati dai fuochi d’artificio, che erano vietati da un’ordinanza comunale, si sono riversati per le vie sbattendo tra di loro, addosso ai palazzi, sui fili dell’alta tensione. Morendo.

I video delle carcasse a terra in via Cavour hanno fatto il giro del web, ripresi perfino dalla Bbc. Ma a fronte di tanti romani che non hanno rispettato l’ordinanza (anche il Comune aveva sparato dei suoi fuochi d’artificio, ovviamente autorizzati), c’è stato anche qualcuno che è sceso in strada a controllare se tra quei corpicini morti ci fosse anche qualche uccello ancoraa vivo.

E così è stato: un cittadino ha notato un passero agonizzante, l’ha preso con sé e l’ha poi portato al Centro di recupero fauna selvatica della Lipu, all’interno di Villa Borghese.

“Lo storno ha una frattura a un’ala – spiega Francesca Manzia, responsabile del Centro – speriamo guarisca in un paio di settimane: il 90% degli animali che ricoveriamo ce li portano i cittadini che li trovano. Nel 2020 abbiamo ricoverato circa 6400 animali, a cui non diamo nomi: sono animali selvatici liberi, di proprietà di nessuno.

Ma hanno tutti un numero di entrata: quello dello storno sopravvissuto è il numero 1 del 2021, il primo ricovero dell’anno”.