Maria Grazia Chiuri, Dior. Lettera da Roma
Scrivo questa lettera da casa mia, a Roma, dove lavoro fin dalla fine di marzo per essere vicina alla mia famiglia. È un periodo strano e di grande paura per il mio Paese, ma mi ha reso – se possibile – ancora più orgogliosa di essere italiana. Durante l’emergenza coronavirus, mi sono commossa nel vedere la dedizione e il sacrificio dei nostri medici e infermieri, che desidero ringraziare dal profondo del cuore. La nostra identità e l’italianità ci hanno aiutato a sentirci vicini nonostante la lontananza. E ci aiuteranno a superare questo periodo così spaventoso.
Lavorando insieme, a distanza
Per quanto riguarda Dior, molto del nostro lavoro avviene in Italia. Io vivo a Roma. La mia famiglia è a Roma. Abbiamo diversi stabilimenti in Italia, tra cui uno in Toscana. Di norma trascorriamo un po’ di tempo qui prima di una sfilata per visionare i prototipi finali e le silhouette. Questa stagione, però, non abbiamo avuto tempo di riflettere su ciò che stava accadendo. Quando la situazione ha iniziato a peggiorare, la mia priorità è stata dire al mio team: “Per favore, ora dobbiamo proteggere noi stessi. E trovare un modo diverso di lavorare”. Ci siamo immediatamente procurati dei computer per lavorare a distanza. Amo condividere idee col mio team: parliamo e ci confrontiamo di continuo. Lavorare a distanza, specialmente considerato quello che è il mio background, è molto strano.
Attualmente lavoriamo in isolamento già da qualche settimana. Condividiamo idee e progetti via FaceTime e Whatsapp. Ma, se devo essere sincera, non è affatto facile. Un conto è avere un’idea e farne uno sketch, ma il nostro è un lavoro pratico. Ed è sempre un processo collettivo, partecipativo e concreto.
Di recente, uno dei nostri atelier Baby Dior di Redon, in Bretagna, ha riaperto per produrre mascherine. Sono molto orgogliosa dell’intero sistema moda. Molti settori stanno utilizzando le proprie conoscenze, le competenze e le risorse per inventare e produrre ciò di cui può aver bisogno la comunità medica e ospedaliera. Sono davvero contenta che il mondo della moda abbia reagito a questa situazione dando immediatamente il via alla produzione di mascherine. Non solo le grandi maison come Dior, Armani e Prada ma anche le aziende più piccole. È qualcosa di meraviglioso.
Come gestisco l’isolamento nel privato
Leggo molto in questo periodo, specialmente di notte. Guardo la TV solo per il telegiornale. Trovo stressante seguire le notizie di continuo. Di recente ho letto Il Senso della Moda di Roland Barthes, Speculum. L’altra Donna di Luce Irigaray, Una vita come tante di Hanya Yanagihara, Roma. La fine dell’arte antica di Ranuccio Bianchi Bandinelli e La Moda di Georg Simmel. Ho visto anche diversi film, tra cui Ritratto della Giovane in Fiamme di Céline Sciamma e Tutto su mia madre per la regia di Pedro Almodóvar.
Stare a casa significa avere tutte i miei oggetti personali a portata di mano. Per via del mio lavoro, trascorro la vita in viaggio per il mondo. Quindi, se non fosse per questo momento terribile, essere a casa sarebbe di per sé un vero piacere. Ho i miei libri, tutte le mie cose più care. Posso cucinare. Ho questa scatola enorme in cui tengo le mie lettere e le foto, e di recente ho fatto ordine tra tutti i miei ricordi. Ma ovviamente, preferirei essere qui perché l’ho scelto e non come conseguenza di questa situazione inaudita.
Imparare dal passato e guardare al futuro
Lavorando per Dior, passo il tempo guardando sia al passato sia al futuro simultaneamente. È importante conoscere tutto, per rendere omaggio alla storia e alla ricca tradizione della maison e poi utilizzarle per stabilire un nuovo futuro. Monsieur Dior fondò l’azienda dopo la Seconda Guerra Mondiale per offrire alla gente gioia e bellezza. Di norma, dopo una guerra la gente ha voglia di evasione, desidera dimenticare quanto è successo, ma questa pandemia è qualcosa di molto nuovo. Una sfida imprevista, che non abbiamo mai sperimentato prima.
Noi italiani siamo persone molto espansive. Quando incontri qualcuno che conosci, lo saluti con un bacio sulla guancia e una stretta di mano. Non so se in futuro la gente vorrà essere ancora così vicina fisicamente.
La cosa importante per me è mantenere una visione positiva e concentrarmi sull’importanza del lavoro di squadra e della solidarietà. Sono orgogliosa che nella moda questa rappresenti un valore forte. È una piccola parte ma insieme possiamo fare una grossa differenza.